Maria Lai: Un viaggio in America - La prima retrospettiva negli Stati Uniti dedicata a uno dei più importanti artisti italiani del XX secolo

Pubblicato il 14 novembre 2024 alle ore 13:58

  Questo autunno, Magazzino Arte Italiana presenterà la mostra Maria Lai. A Journey to America, la prima retrospettiva negli Stati Uniti dedicata a una figura chiave dell'arte italiana del XX secolo, il cui lavoro eclettico e visionario ha fatto da ponte tra le tradizioni della natia Sardegna, le sensibilità e i metodi dell'Arte Povera e l'influenza della cultura americana sulla scena artistica internazionale. In mostra dal 15 novembre 2024 al 28 luglio 2025, la mostra presenterà circa 100 opere di Maria Lai (Sardegna, Ulassai 1919–Cardedu 2013), tra cui numerose opere che saranno presentate al pubblico per la prima volta. La maggior parte dei pezzi esposti non sono mai stati esposti negli Stati Uniti. La mostra offre una panoramica completa del lavoro di Maria Lai, dagli esordi negli anni '50 agli anni 2000, con un focus sui suoi approcci innovativi all'arte collettiva e relazionale. 

 

  La mostra, curata dalla Direttrice Artistica Italiana di Magazzino Paola Mura, presenta un significativo corpus di opere provenienti dalla collezione di Magazzino e da collezioni private americane e istituzioni italiane, tra cui Fondazione Maria Lai, Fondazione di Sardegna, MAN - Museo d'Arte della Provincia di Nuoro, Museo di Aggius, Musei Civici di Cagliari, MUSMA – Museo della Scultura Contemporanea Matera, Consiglio Regionale della Sardegna, la Regione Autonoma della Sardegna e il contributo di Ilisso Edizioni. Il percorso artistico di Maria Lai attraversa un secolo di conflitti e contraddizioni, che l'artista ha affrontato con la determinazione di lasciare il segno in un mondo prevalentemente maschile. Nel corso della sua carriera ha cercato e trovato una propria dimensione indipendente, spesso a costo dell'isolamento e del senso di alterità. La mostra mette in luce il suo percorso innovativo, iniziato in Sardegna, dove è nata e dove è tornata più tardi nella sua carriera. Questo viaggio abbraccia l'America, che Lai visitò nel 1968: al centro della mostra ci saranno i dipinti che rappresentano il passaggio di Maria Lai all'arte astratta, opere che l'artista portò con sé durante i viaggi tra Montreal e New York, sperando – ma non si concretizzò mai – di presentarle al pubblico americano. Questi pezzi, attualmente conservati in Canada e negli Stati Uniti e mai esposti prima, sono esposti in stretto dialogo con un'importante collezione di dipinti degli anni '50. Tra questi c'è Gregge di pecore, realizzata nel 1959, una suggestiva opera di 3 metri per 1,2 metri, tenuta in mano al Consiglio Regionale della Sardegna e mai esposta altrove. Paola Mura, Direttrice Artistica di Magazzino e curatrice della mostra, ha dichiarato: "Maria Lai. A Journey to America esplora il percorso creativo e personale di Lai, con la Sardegna come punto di ancoraggio e come fonte inesauribile di ispirazione. Da queste radici profonde, Lai ha ampliato la sua ricerca artistica, intrecciando le tradizioni sarde con i principi dell'Arte Povera. In questo processo, si è impegnata nei dibattiti culturali e sociali del suo tempo, abbracciando le influenze di artisti e scrittori americani che ammirava. 

 

  Queste combinazioni uniche fanno di Lai un artista straordinariamente rilevante nel mondo di oggi, dove la fusione di tradizioni storiche, filosofie diverse e immagini contrastanti è parte integrante della nostra vita quotidiana. Sono profondamente orgogliosa di presentare la prima retrospettiva americana del suo lavoro al Magazzino Italian Art, dove il museo ha posato l'eccezionale ArLa collezione te Povera sarà il contesto ideale per mettere in luce il contributo unico di Maria Lai". Adam Sheffer, Direttore di Magazzino, ha dichiarato: "Proprio come Maria Lai ha creato un ponte tra luoghi e culture nella sua arte, e nella sua iniziativa più celebre ha letteralmente legato insieme un villaggio per unire la sua gente, Magazzino crea un luogo singolare in cui i visitatori possono incontrare la più grande arte dell'Italia del dopoguerra. Siamo eccezionalmente orgogliosi di poter offrire al nostro pubblico un'esperienza più ampia dell'arte italiana contemporanea offrendo la prima retrospettiva della carriera nordamericana di questo straordinario artista". I fondatori di Magazzino, Nancy Olnick e Giorgio Spanu, hanno dichiarato: "Quando ci siamo imbattuti per la prima volta nell'opera di Maria Lai decenni fa, abbiamo subito capito il suo significato per lo sviluppo dell'Arte Povera. Eppure il suo ruolo è ancora poco riconosciuto. Impareggiabile tra i suoi coetanei nel perseguire una visione singolare, Lai ha portato avanti il suo mestiere con ingegno e determinazione. Siamo onorati di presentare il suo lavoro al pubblico americano".

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